Vermi nei gatti: 3 situazioni a cui fare attenzione

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A cura del Medico Veterinario
Dr. Giuseppe Faranda
@drbepsvet

I gatti possono incorrere nelle infestazioni da vermi intestinali in diversi modi. Atteggiamenti come leccarsi il pelo (grooming), l’esplorazione del mondo esterno e la caccia sono da considerarsi assolutamente naturali e tipici di ogni gatto, ma possono anche rappresentare occasioni di contagio da parassiti intestinali, soprattutto se il gatto è molto giovane, oppure se non è adeguatamente protetto con un antiparassitario apposito.

Come capire se il gatto ha i vermi intestinali

Capire se un gatto ha i vermi intestinali non è sempre così semplice. I sintomi correlati a una parassitosi intestinale nel gatto sono in genere diarrea, vomito, inappetenza, stanchezza e apatia. Tuttavia, la sintomatologia generata dalle parassitosi intestinali è spesso aspecifica, ed è per questo che è così difficile individuare un’infestazione da vermi intestinali. Questo significa che questi sintomi possono essere ascrivibili anche ad altri disturbi di varia natura: una patologia virale, un disordine gastro enterico primario, per esempio, possono generare gli stessi sintomi clinici.

In caso di infezione da ascaridi o tenie, tuttavia, possiamo accorgerci della presenza di questi parassiti per esempio controllando le feci, perché questi vengono generalmente espulsi tramite la defecazione del nostro micio, oppure ispezionando il pelo attorno al sederino del nostro gatto, nel quale possono essere presenti, e visibili, questi parassiti. È quindi sempre necessario il confronto con il veterinario per avere la certezza della loro presenza.

Gatti e vermi: 3 rischiose abitudini dei nostri amici felini

Ci sono delle situazioni che possono favorire l’infestazione parassitaria nei nostri gatti. Ne elenchiamo 3, che sono le più comuni e potenzialmente pericolose.

1) LECCARSI E PULIRSI IL PELO

Sicuramente avrete visto moltissime volte il vostro gatto dedicarsi al grooming. La pulizia del pelo è un gesto che il gatto compie quotidianamente per pulirsi il mantello, rimuovere i peli morti, lo sporco e anche i parassiti. Solo un proprietario di gatti sa quanto tempo i nostri mici passino alla cura attenta e meticolosa del loro pelo. Grazie a quest’azione, tuttavia, è possibile che ingurgitino pulci o uova di vermi presenti sul proprio corpo, dando il via al ciclo del parassita intestinale. Il grooming non è solo un gesto di abituale pulizia: tra più gatti diventa infatti un comportamento di socializzazione e viene chiamato allogrooming.

2) LA CACCIA FELINA

Molti piccoli animaletti – rettili, anfibi, chiocciole e lumache – possono essere ospiti intermedi di vermi intestinali o polmonari. La colonizzazione di questi animali, comunemente cacciati dal gatto che frequenta gli ambienti esterni, è una vera e propria strategia di sopravvivenza dei parassiti. In questo modo si garantiscono la possibilità di raggiungere l’obiettivo finale: colonizzare l’apparato digerente dei nostri gatti predatori.

Ma come impedire a un gatto libero di uscire di casa, di cacciare le sue piccole prede? Non sempre è così semplice. Anatomicamente, in effetti, i gatti hanno uno stomaco piccolo che li induce a delle abitudini alimentari decisamente diverse da quelle dei cani: i loro pasti sono piccoli e frequenti e pertanto possono passare gran parte del loro tempo a cacciare piccole prede per mantenersi attivi.

Incoraggiare il proprio gatto a giocare in casa piuttosto che uscire in natura, fornirgli pasti ricchi e stimolanti e limitare in generale le uscite soprattutto in certe ore del giorno possono rappresentare delle soluzioni da percorrere.

3) FARE I BISOGNI E SCAVARE

Le feci sono il mezzo principale della diffusione delle parassitosi intestinali, ecco perché andrebbero sempre raccolte.

A volte il gatto, che passa molto tempo fuori, scava per ricoprire le deiezioni.

Questa situazione aumenta la probabilità di una parassitosi per il gatto. La motivazione è semplice: scavando, il gatto viene a contatto con il terreno, potenzialmente infetto. La terra si anniderà al di sotto delle sue unghia e il pelo si sporcherà costringendo il gatto (maniaco della pulizia e dell’igiene) a ripulirsi.

Leccandosi e toelettandosi, il nostro gatto potrà ingerire uova di parassiti, dando seguito al loro ciclo vitale. Il materiale fecale nascosto nel terreno, invece, custodirà, con la giusta temperatura e la corretta umidità, le forme infestanti dei parassiti, pronte a essere disseminate nel terreno e venire a contatto con altri soggetti. L’azione del ricoprire le proprie feci e far schizzare il terreno qua e là aumenta inoltre la possibilità di diffondere il materiale potenzialmente infestante nella zona circostante il luogo di defecazione, aumentando la probabilità che possa venire a contatto con altri soggetti.

Il rischio vermi intestinali esiste anche per il gatto domestico

Anche per i gatti domestici esiste un concreto rischio di contrarre una parassitosi intestinale, anche se non hanno la possibilità di girovagare in giardino e le uscite sono limitate a balconi e terrazzi.

Le cause possono essere molteplici. Anzitutto ogni superficie può essere contaminata da feci o uova di parassiti. Quindi anche le nostre scarpei nostri indumenti o le mani non accuratamente lavate e disinfettate possono costituire un mezzo per “portare a casa” (o altrove) le unità infestanti dei tanto temuti vermi intestinali.

A questo va aggiunto anche un altro parametro, quello climatico. L’alterazione delle temperature che mitigano il susseguirsi delle stagioni contribuiscono a favorire le infestazioni. Una temperatura media molto più alta rispetto a un tempo e che permane per un periodo prolungato nell’anno (e non limitato alla primavera e all’estate), fornisce – insieme ad altri fattori – delle ottime condizioni per stimolare il ciclo vitale dei parassiti.

Anche i viaggi sono un fattore potenzialmente a rischio per i gatti domestici. Sono infatti numerosi, oramai, i mici che viaggiano con la propria famiglia durante le vacanze. L’utilizzo di appositi zaini, pettorine, collarini e guinzagli ci ha permesso la gestione dei nostri felini anche al di fuori delle mura domestiche. Lo spostamento dei nostri gatti in territori diversi da quello casalingo o del proprio giardino favorisce lo scambio di parassiti tra soggetti e/o tra soggetto e ambiente.

Questo, però, non vuol dire che dobbiamo limitare i viaggi: basta proteggere i nostri pet in maniera adeguata, con opportuni antiparassitari. Parlatene col vostro Medico Veterinario per studiare insieme il miglior protocollo di profilassi o il trattamento, in base allo stile di vita e le abitudini di ciascun gatto. 

Articolo a cura del Medico Veterinario
Dr. Giuseppe Faranda @drbepsvet

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