A cura del Veterinario Dr. Giuseppe Faranda @drbepsvet
In questo articolo parleremo della coccidiosi, una malattia intestinale dei nostri cani causata da parassiti invisibili all’occhio nudo, i coccidi. I coccidi non sono dei vermi intestinali ma dei protozoi cioè degli organismi monocellulari che rappresentano dei veri e propri nemici invisibili per i nostri amici a quattro zampe. Anzi… invisibilissimi! La loro pericolosità sta nella facilità di infezione e di moltiplicazione nell’intestino ospitante, e della loro azione distruttiva nei confronti delle cellule intestinali dei cani, soprattutto nei cuccioli, provocando numerosi sintomi spiacevoli che se protratti causano conseguenze anche gravi.
Che cosa sono i coccidi
I coccidi sono dei parassiti, degli organismi unicellulari in grado di creare un bel po’ di problemi intestinali ai nostri cani, e si suddividono in due generi principali, Isospora e Eimeria). Il genere Isospora è quello che interessa i nostri amici cani e gatti.
Coccidi: come avviene il contagio
Le uova dei coccidi appaiono trasparenti e minuscole al microscopio ottico. Si trovano potenzialmente ovunque all’aperto: nel terreno, nelle pozzanghere, nelle aree cani. Dovunque un cane o un gatto possano defecare, oppure nei pressi di canili o di allevamenti.
L’infezione infatti avviene per via oro-fecale tramite l’assunzione di oocisti che contengono al loro interno il protozoo. Una volta ingerite, a livello del piccolo e del grande intestino, iniziano a moltiplicarsi. La loro duplicazione avviene all’interno delle cellule intestinali, distruggendole e provocando una considerevole sintomatologia gastro-enterica.
Le uova vengono eliminate in gran numero con le feci e terminano la loro maturazione nell’ambiente sporulando (termine utilizzato per indicare il processo di maturazione del protozoo) in soli alcuni giorni. Non perdono proprio tempo, insomma! E, come se non fosse abbastanza, la maggior parte degli animali infestati eliminano uova per 5-10 giorni consecutivi.
Le oocisti coccidiche si trovano sia in animali malati e che manifestano sintomi, sia in animali cosiddetti “sani” che fungono da “untori” perché spesso non vengono sospettati di essere infetti e disseminano, liberamente, uova nell’ambiente. Come ben sappiamo e come oramai avrete capito, sono proprio loro, i soggetti più pericolosi, poiché possono infestare diversi consimili senza che nessuno ne sia al corrente.
I sintomi della coccidiosi
Il sintomo più comune è sicuramente la diarrea molto liquida e talvolta emorragica, quindi con presenza di sangue nelle feci del cagnolino. Una diarrea acquosa e violenta causa una grave disidratazione e una perdita massiva di elementi nutritivi fondamentali per il sostentamento.
Pelo opaco con forfora, dimagrimento, aumento della sete (polidipsia), anoressia e vomito possono verificarsi in concomitanza.
Il problema, tuttavia, è che spesso si tratta di una malattia asintomatica, una condizione pericolosa soprattutto per gli altri animali.
I coccidi sono un pericolo soprattutto per i cuccioli
Il più grande problema è legato al target più gettonato da questi protozoi: i cuccioli. Sono loro ad essere maggiormente esposti ad un’infestazione da coccidi. Spesso, per loro, un’infezione importante può essere mortale.
I soggetti in accrescimento mostrano, infatti, un andamento di crescita rallentato, sovente risultano deboli e, oltre ad avere feci poco consistenti, hanno un costante dolore addominale.
Come comportarsi, quindi, in questi casi?
Innanzitutto, contattando il proprio veterinario affinché possa visitare il vostro cucciolotto, aiutarlo nel caso in cui abbia bisogno di assistenza medica e possa anche far diagnosi.
Come si fa a sapere se il nostro cane ha la coccidiosi? La diagnosi
Come? Con un semplice esame feci!
Viene effettuato un esame per flottazione. Una procedura nella quale un piccolo campione di feci, precedentemente schiacciato e “sgretolato”, viene messo in una soluzione salina per permettere alle uova di liberarsi dal materiale fecale e affiorare in superficie dove aderiranno ad un vetrino che si trova a contatto con il liquido. Quest’ultimo verrà poi analizzato al microscopio ottico. Si tratta della tecnica base con la quale si diagnostica la presenza di uova di diversi parassiti intestinali.
L’infestazione da coccidi è tendenzialmente specie specifica. Cosa vuol dire? Che i coccidi del cane hanno interesse a parassitare solo i cani e quelle del gatto, solo i gatti.
A lungo andare, i soggetti con un buon sistema immunitario riescono a gestire le reinfezioni e non manifestare la sintomatologia: elimineranno solamente i parassiti.
Per il loro elevato potere infestante, le coccidiosi sono spesso patologie parassitarie d’allevamento o di intere cucciolate o zone ad alta densità di popolazione (come i canili).
Spesso, tutti i soggetti conviventi devono essere trattati con una terapia apposita, ma, soprattutto, bisogna sanificare l’ambiente per evitare infezioni continue. La pulizia a vapore è sufficiente per l’eliminazione delle oocisti: rimane importante, come sempre, raccogliere accuratamente le deiezioni!
I coccidi dei cani possono contagiare l’uomo?
E per quanto riguarda noi? Tranquilli, come vi dicevo prima, sono altamente specie-specifici e quindi la coccidiosi non è trasmissibile all’uomo, ergo non risulta essere una zoonosi!
Ma giochiamo comunque un ruolo importante. Noi possiamo essere veicolo di trasporto delle oocisti nell’ambiente tramite la superficie corporea (mani soprattutto), gli indumenti e le scarpe, quindi premuriamoci di attuare delle attente e meticolose norme igieniche!
Non ci resta che lavorare di prevenzione e impegnarci a impedire il propagarsi delle parassitosi, attuando e mantenendo delle buone e corrette norme igieniche, in modo da rendere la loro e la nostra vita più salutare e, soprattutto, libera dai temibili “nemici invisibili”.