Galeotta fu una cena di pescatori nelle terre sarde della nostra splendida Italia. Così, tra sole, mare cristallino e un retrogusto di salsedine… è iniziata la storia di Dante
C’è una coppia di fidanzati che vive nel nord della Sardegna. Si chiamano Paolo e Consuelo e la loro relazione dura da poco più di due anni. Lui è un geometra. Lei è una studentessa di Giurisprudenza e sono i genitori umani del piccolo Dante, un batuffolo di pelo rosso dall’intelligenza arguta.
Paolo condivide la passione per la pesca surf-casting con Mario, il padre di Consuelo. Così, una sera, Consuelo, non avendo voglia di cucinare, si è imbucata alla cena della società di pesca e ha subito notato Paolo. Galeotta fu la cena dell’Ondalunga team e da quel giorno non si sono più lasciati.
In poco tempo è nato il desiderio di avere un piccolo animale peloso che potesse entrare a far parte della loro vita: un cucciolo che li legasse ancora di più. Paolo e Consuelo avevano già 5 cani e hanno deciso di prendere con loro un piccolo micio. Ecco quindi entrare in scena micio Dante, 9 mesi, che dal settembre 2020 è diventato il batuffolo della famiglia. E il nome curioso? Leggete tutta l’intervista e ne capirete l’origine.
D. Qual è la giornata tipo col piccolo Dante?
Dante si sveglia generalmente verso le 7:30 di mattina, quando Paolo si prepara per andare a lavoro. Appena sveglio mangia e poi viene portato fuori, in cortile. Essendo un gatto iperattivo non ama stare a casa a poltrire, ma preferisce andare a caccia di farfalle, mosche e purtroppo anche di piccoli uccelli.
È il classico gatto da campagna, attento a ogni movimento, che non teme il pericolo e si cimenta sempre in nuove avventure. Dopo la caccia mattutina, verso le 12:00, quando Paolo rientra dal lavoro, anche Dante rientra a casa per mangiare e fare un piccolo sonnellino rigorosamente sopra Paolo. In quel momento di relax lui ama essere coccolato e questo è principalmente il mio compito. Infatti, da quando è con noi, non riesco a fare a meno di baciarlo e accarezzarlo tutto il tempo. Di pomeriggio, se non andiamo a fare passeggiate, inizia a miagolare perché vuole uscire e quindi lo riportiamo in cortile. Lui si sdraia sotto l’albero e sta lì fino a sera. Per cena rientra a casa e, dopo aver mangiato, giocato con noi, corso, fatto i dispetti, cade in un sonno profondo fino al giorno seguente. Dante è abituato a stare in campagna, ma ama anche il mare e si diverte da matti al lago.
D. Perché hai scelto di avere un gatto? Qual è stato l’aspetto che ti ha fatto dire “scelgo lui”?
Come abbiamo detto, la volontà di avere un gatto nasce dal fatto che entrambi ci prendiamo già cura di tanti cani e quindi volevamo conoscere un mondo un po’ diverso, come quello dei felini. Quando ci hanno contattati per farci sapere che avevano tanti gattini da farci vedere, non abbiamo esitato e siamo corsi subito. Tra i tanti, Dante non era l’unico color arancione, ma a differenza del suo fratellino aveva un musetto un pochino più simpatico e i suoi occhi sembravano tanto bisognosi di amore. Perciò, io e Paolo ci siamo guardati ci siamo detti: “è lui”.
D. Qual è l’episodio più divertente che hai vissuto con il tuo Dante?
Dante ha come tratto distintivo tipico la simpatia. Sicuramente un evento che ci ha fatto ridere tanto è stato quello del suo primo incontro con una tartaruga.Non molto tempo fa, infatti, dopo pranzo abbiamo deciso di portarlo in campagna a fare una passeggiata approfittando dell’ultimo giorno di libertà prima che la nostra regione diventasse zona rossa.Mentre stavamo camminando, Paolo ha notato una tartaruga e ha deciso di mostrarla a Dante. Inizialmente, lui sembrava indifferente, le passava accanto, la guardava, poi si allontanava, poi ci ritornava vicino e la leccava; insomma tutto nella norma.A un certo punto, la tartaruga ha fatto uscire la testa dal guscio e ha iniziato a soffiargli contro. Dante ha cominciato a saltellare da una parte all’altra, cercando di fuggire con la coda gonfia e impaurito. Tutto spaventato, ma al contempo eccitato, ha cercato rifugio sopra i sassi. Non contento e orgoglioso, cercava di riprendere coraggio e di riavvicinarsi. Infilava il musetto dentro il guscio e la tartaruga usciva all’improvviso e gli soffiava contro… e così all’infinito. Alla fine abbiamo dovuto prenderlo in braccio per andarcene perché, fosse stato per la sua presunzione, saremmo rimasti ancora là, tra un salto e una leccata.
D. Qual è l’aspetto del tuo Dante che ti ha maggiormente stupito e che hai scoperto nel tempo?
L’aspetto di Dante che ci ha stupiti giorno dopo giorno è il suo essere affine agli umani e ai cani e così poco simile al mondo dei felini: innanzitutto, dorme esattamente come noi umani a bocca aperta, come avrete potuto constatare dalla foto che ci ha permesso di arrivare qua, e poi russa come noi. Inoltre, ama i viaggi in auto, anche lunghi, e se li gode stando seduto nel sedile posteriore e guardando fuori dal finestrino. Quando lo portiamo a passeggio, cammina al nostro fianco senza allontanarsi, esattamente come fanno i cani. Contrariamente alla maggior parte dei gatti che si legano al territorio in cui nascono e diffidano dei posti nuovi, a Dante non interessa dove si trova, ma gli interessa che ci sia sempre Paolo al suo fianco perché con lui ha costruito un rapporto di vera e propria fiducia. E anche questo è un lato del carattere tipicamente canino.
D. Qual è la cosa che hai fatto maggior fatica ad insegnargli?
La cosa sulla quale abbiamo faticato di più è stata senza dubbio quella di fargli prendere confidenza con la casa e con gli oggetti fragili che in essa si trovano. Essendo Dante nato da gatti di campagna, e avendo passato il primo mese e mezzo di vita all’aria aperta, non era abituato a dover rispettare le regole e si arrampicava ovunque. I primi giorni a casa, infatti, saltava su mensole e ripiani e ha rotto molti oggetti. Mia suocera era disperata (a tal proposito, Dante è ancora in debito di due posaceneri di cristallo). Armati di pazienza, abbiamo cercato di fargli capire quali fossero i posti accessibili e quelli vietati. Non è stato facile perché Dante non è ubbidiente, anzi, è molto dispettoso e quando lo privi della sua libertà tende a fare le ripicche.
D. Tre aggettivi per descrivere Dante…
Curioso, furbo e simpatico.
D. Perché gli avete dato questo curioso nome?
Tutto è partito da me. Quando l’ho visto, il suo colore ha portato subito alla mia mente l’immagine del sommo poeta Dante, forse attraverso qualche associazione indiretta con il colore delle fiamme dell’inferno, non so. Ancora oggi a dire il vero sto cercando di darmi una spiegazione, fatto sta che a me piace da impazzire. A ogni gatto importante deve essere associato un nome di pari valore e Dante per noi è il nome perfetto.
D. Cosa fai per Dante in tema di profilassi dei parassiti intestinali?
Portiamo regolarmente Dante da un Veterinario, inoltre dato che è sempre in giro e ha l’abitudine di cacciare piccoli animaletti, facciamo ogni tanto l’esame delle feci per verificare che sia “pulito” anche dentro.